SAN PIETRO CELESTINO

LA PERDONANZA CELESTINIANA

SPIRITUALITA' CELESTINA

La Perdonanza a L'Aquila

Nell'anno 2019 l’UNESCO ha inserito la Perdonanza Celestiniana nell'elenco degli eventi facenti parte del patrimonio immateriale dell'umanità, riconoscendo la portata universale del messaggio che da più di 700 anni la città di L’Aquila vive e testimonia nel mondo.

È l'Eremo del Morrone, caro a San Pietro Celestino, il luogo in cui ha inizio ogni anno la Perdonanza Celestiniana.

È da qui che parte la fiaccola che attinge il Fuoco del Morrone.

Fiaccola che dovrà accendere il Tripode della pace.

Simbolo della pace, la fiaccola ripercorre, attraverso una staffetta che parte il 16 agosto e che attraversa vari comuni delle valli subequana, peligna e aquilana, un cammino simile a quello che San Pietro Celestino percorse il 25 luglio 1254 quando, nominato Pontefice, si incamminò dall'Eremo alla volta della basilica di Santa Maria di Collemaggio per ricevere, il giorno della decollazione di San Giovanni Battista, le insegne papali.

Si trovava nell'Eremo di S. Onofrio il monaco Pietro Angelerio quando ricevette da Bernardo de Gout, vescovo di Lione, la notizia dell'elezione al soglio pontificio.

Il percorso denominato “Fuoco del Morrone” o “Cammino del Perdono”  tocca diversi comuni e culmina nell'arrivo della Fiaccola a L'Aquila il 23 agosto nelle mani del sindaco per mano dell'ultimo dei tedofori.
L'accensione del tripode della Pace con la fiaccola del fuoco del Morrone segna l'inizio della Settimana della Perdonanza della città.


Era il 28 agosto 1980 quando presso l'Eremo di S. Onofrio al Morrone l'allora Rettore della Basilica di Collemaggio Padre Quirino Salomone benedisse il 1° Fuoco del Morrone.
Nei primi anni il Fuoco scendeva in un giorno solo e arrivava a Collemaggio la sera del 28 agosto attraverso una staffetta podistica. Tanti atleti che portavano il Fuoco. Arrivava il Fuoco e si apriva la Porta Santa.
Via via negli anni, il percorso si allungò per via del crescente coinvolgimento dei comuni delle valli interessate e la durata si estese da 1 a 3 giorni, fino ad arrivare ad 8 giorni con soste notturne in diverse località chiave del cammino svolto da San Pietro Celestino.
A scortare il 1° Fuoco del Morrone gli atleti dei Liberi Podisti Aquilani. Ultimo tedoforo l'atleta Pierino Di Francesco.
Il Fuoco del Morrone è una manifestazione oggi organizzata dal Movimento Celestiniano, a cui l'Atletica L'Aquila collabora attraverso la partecipazione dei suoi atleti e a cui è rimasta fisicamente e spiritualmente unita.

È il 31 Agosto 1980 quando nasce la Campestrina della Perdonanza, una manifestazione podistica amatoriale per bambini e adulti che si svolge su percorsi di 2 e 6 km (campestrina dei bambini e dei ragazzi) e di 12 km (campestrina degli adulti). Inizialmente la gara si svolgeva all'interno delle mura dell'allora ospedale pschiatrico di Collemaggio e a diretto contatto con la casa degli anziani; successivamente è stata estesa al piazzale antistante la Basilica di Collemaggio.
una manifestazione (la più longeva dell'Atletica L'Aquila) dai risvolti sociali, sportivi e culturali che vide la partecipazione di 500 allievi nel 1980 fino ad arrivare a 1000 nel 1982.
“Quando proponemmo la Campestrina della Perdonanza – disse nel 1983 il primo Presidente dell'Associazione Floro Panti - “avevamo in mente degli scopi precisi. Volevamo in primo luogo cercare di far “rivivere” la Festa della Perdonanza con tutte le implicazioni culturali e storiche legate alla stessa e alla figura di San Pietro Celestino V, fare inoltre una gara sportiva che racchiudesse anche degli aspetti sociali.”
Nel 1984 il Comune dell'Aquila la inserì nei programmi ufficiali della Perdonanza Celestiniana con l'accensione del tripode sulla Torre di Palazzo.
Nello stesso anno, la Campestrina della Perdonanza venne affiancata dal Palio dei Quarti Aquilani, con una sfilata rievocativa dei Quarti della città, inizialmente su un percorso cittadino e poi su un percorso a staffetta.
Un'altra manifestazione volta ad “esprimere la riappropriazione di quel grande patrimonio che è per L'Aquila la Perdonanza”.

 

Ad attendere la Fiaccola del Morrone, che ha percorso l'intero tragitto del Papa, ci sono l'Arcivescovo dell'Aquila, il Sindaco dell'Aquila, il Presidente della Regione abruzzo, il Presidente della Provincia dell'Aquila, le altre autorità, gli aquilani.

Con quella fiaccola il Sindaco accende il tripode che rimarrà col fuoco vivo per tutta la settimana della Perdinanza.

 

Gli eventi fondamentali della Perdonanza sono il corteo della Bolla e l'Apertura della Porta Santa.

La portata spirituale e culturale di tali eventi richiede un percorso preparatorio ed introduttivo che ne incornici e ne valorizzi contenuti e significati.

Tale percorso è espressione di un disegno culturale che ogni anno affronta ed approfondisce un tema connesso all'eredità spirituale celestiniana.

Ciò nelle 7 giornate che vanno dal 23 al 27 agosto mediante un fitto cartellone di iniziative di carattere spirituale e culturale.

 

Dal 23 agosto inizia in città un intenso programma di eventi: veglie di preghiera, convegni, tavole rotonde, concerti, mostre, presentazioni di libri.

Giorni in cui L'Aquila è piena di visitatori, di vita, di luci, di festa. 

Celestino stesso nella Bolla dispose grandi festeggiamenti per la Perdonanza.

Gli antichi statuti della città stabilivano massima solennità della ricorrenza e predisponevano le più adeguate misure per l'accoglienza dei pellegrini, che, numerosi, giungevano a L'Aquila per il grande evento. Così come oggi, dalla sera del 28 agosto fino al vespro del 29, una moltitudine di gente proveniente da ogni luogo giunge a L'Aquila per attraversare la Porta Santa.

Il rito dell'apertura della Porta Santa è preceduto dalla rievocazione del corteo storico della Bolla dell'Indulgenza che muove dal Municipio e si snoda tra le strade della città fino a giungere a Collemaggio. 

Ogni spazio del centro storico interessato dal passaggio del corteo si riempie per assistere al suo passaggio.

Aperto dal gonfalone del Comune dell'Aquila  seguito da quelli della Regione, delle 4 Province e delle città capoluogo abruzzesi, il corteo è accompagnato dalle rappresentanze della Chiesa aquilana, delle istituzioni, delle autorità civili e militari, delle Università abruzzesi, degli ordini professionali, delle delegazioni straniere, delle forze sociali e delle varie comunità ed associazioni storicamente legate a L'Aquila e a Celestino.

Una lunga fila di gonfaloni dei comuni abruzzesi e delle città legate a L'Aquila da vincoli storici e di amicizia, ciascuno con il proprio sindaco.

Sfilano i rappresentanti delle 5 antiche Arti dell'Aquila e i rappresentanti dei 4 Quarti storici, dei castelli fondatori della città (del 1254).

Ciascuno vestendo il suo suggestivo costume del '300.

Ed ancora, sbandieratori, figuranti, stendardi in un tripudio di colori.

Il gruppo storico municipale, nelle sue vesti dai colori civici medievali (bianco e rosso) scorta la Dama della Bolla, che porta la Bolla dell'Indulgenza prelevata dal Municipio, e il Giovin Signore, che porta il bastone di ulivo, con cui il Legato Pontificio batterà i 3 colpi nel rito di apertura della Porta Santa.

Intanto, come previsto dal secolare rituale, davanti alla Cattedrale, l'Arcivescovo dell'Aquila assieme al Legato Pontificio incaricato dal Papa ad aprire la Porta Santa. attendono l'invito del Sindaco ad unirsi al corteo alla volta della Basilica di Collemaggio.

Con essi la Curia ed i religiosi.

L'intera sfilata dura più di due ore.

Quando coloro che chiudono il corteo raggiungono Collemaggio, è il tramonto e, tempo permettendo, il sole indora la splendida facciata della Basilica, esaltandone la bellezza, nel suo aspetto romano-gotico, in pietra bianco e rossa.

Inizia il rito dell'apertura della Porta Santa.