SAN PIETRO CELESTINO

LA PERDONANZA CELESTINIANA

SPIRITUALITA' CELESTINA

La Clausura

Clausura che non è il tentativo di chiudere l'esperienza dei singoli nel perimetro del cenobio.
«Nei monasteri di monache» - così recita il “Cor Orans”, l'istruzione applicativa della Costituzione Apostolica “Vultum Dei Quaerere” sulla vita contemplativa femminile - «la clausura deve intendersi in senso positivo come uno spazio per l'uso e l'intimità delle monache che vivono la vita contemplativa, uno spazio di vita domestica, familiare, all'interno del quale la comunità vive la vita fraterna nella sua dimensione più intima» , «uno spazio di silenzio e raccoglimento dove possa svilupparsi la ricerca permanente del volto di Dio, secondo il carisma dell'Istituto».

 

L'estensione e il modo di gestire questo spazio porta a distinguere tra diversi tipi di clausura.


C'è la clausura papale, instaurata da Papa Bonifacio VIII nel 1298, che è quella osservata dai Monasteri di Monache interamente dedite alla vita contemplativa, che esclude compiti esterni di apostolato e la partecipazione fisica ad eventi, che si estende all'abitazione e a tutti gli spazi del monastero, interni ed esterni, che diventano riservati esclusivamente alle monache, le quali non possono uscire per nessuna ragione, né è consentito ad un esterno accedervi.
«La partecipazione di fedeli alle celebrazioni liturgiche nella Chiesa non ne consente l'uscita, né l'ingresso dei fedeli nel coro delle monache, salvo indulti particolari della Santa Sede per casi particolari».

 

A questa si affianca la clausura costituzionale, abbracciata da quei monasteri che associano alla vita contemplativa «qualche legittima opera di apostolato o di carità umana».

Un tipo di clausura «adatto all'indole propria e definita dalle costituzioni».

Un tipo di clausura che non investe tutte le parti del monastero.

In questo caso, la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche o ad altri momenti di comunione nella chiesa o in un altro luogo adatto del monastero consente l'uscita delle monache dalla clausura rimanendo nell'ambito dello stesso monastero, mentre resta sempre proibito l'ingresso dei fedeli nella parte della casa soggetta a questo tipo di clausura.
Un tipo di clausura, quella costituzionale, da cui la Badessa del monastero può permettere di uscire per una giusta causa.

 

A questa si aggiunge la clausura monastica, un'espressione particolare della clausura costituzionale che «permette di associare alla funzione primaria del culto divino forme più ampie di accoglienza e di ospitalità».

In questo caso, la Madre Badessa può autorizzare alcune monache al servizio della portineria o della foresteria o a lavorare nei laboratori del monastero posti fuori dall'ambito della clausura, regolandone la permanenza fuori di essa.
«Ogni monaca» - ancora la “Cor orans” - «deve contribuire con grande stima del silenzio e della solitudine a far si che la regolamentazione esteriore della clausura conservi quel fondamentale valore interiore attraverso il quale la clausura è fonte di vita e testimonianza della presenza di Dio».
Terreno fertile a quella conversatio morum tanto cara alla Regola Benedettina.

 

Noi, Monache del Monastero San Basilio dell'Aquila, conduciamo vita contemplativa secondo la forma di clausura monastica.