SAN PIETRO CELESTINO

LA PERDONANZA CELESTINIANA

SPIRITUALITA' CELESTINA

La Vita Contemplativa

Una vita alta in un luogo immerso in un'atmosfera che sembra fuori dal tempo.

Si, perchè in Monastero le pietre parlano, puoi udire le grida del silenzio monastiche che raccontano ore, anni, secoli di preghiera, meditazione, ascesi di donne che si sono consacrate a Dio nei secoli.

Un'atmosfera che porta a farsi presente a Dio presente in noi.

Un'atmosfera che porta alla contemplazione del mistero dell'Assoluto in noi.

Un'atmosfera che sopravvive anche alla violenza bruta del terremoto.

Il mistero del fascino del Monastero di San Basilio, il più antico de L'Aquila, in cui ci siamo noi, le Ultime di Celestino.

 

Contemplare è il modo autentico per vedere la realtà in maniera cristiana.

È l'impegno di vedere Dio in tutto ciò che esiste.

Per far ciò occorre purificare la mente e il cuore

"Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5, 8).

 

Se tutto è stato fatto da Dio ed è stato santificato dallo Spirito Santo, tutto necessariamente deve avere un senso spirituale e divino.

È la capacità di sentire nella trama di una quotidianità, che può sembrare assurda, banale e a volte tragica, ciò che Dio vuole dirci per mezzo degli eventi personali e dei fatti del mondo.

 

Scrive San Pietro Celestino:

"Come è impossibile vedere il proprio aspetto riflesso in uno specchio di acqua torbida, così l'anima non può contemplare o pregare Dio se prima non è stata purificata dai pensieri mondani."

Ogni cristiano deve vedere quotidianamente come Dio entra di continuo nella sua vita, dato che ciascuno di noi ha una storia della propria anima, una storia di salvezza.

Ma ci è ricordato che Dio, come Padre, si mostra e si rivela solo a coloro che purificano l'anima e il cuore dai pensieri di peccato e dalle passioni.

Ciò avviene come per gradi.

 

Per prima cosa eliminare le distrazioni e i pensieri cattivi.

Si vincono, dice il Codice di Celestino, trovando "rifugio in Dio attraverso la preghiera".

 

Poi, come secondo aspetto, occorre far diventare la preghiera come un contituo respiro dell'anima.

Ciò si ottiene pregando sempre, dice il Codice di Celestino, "in cuor proprio, senza mai cessare" e ancora ciò "non richiede molte parole" ma con continue ripetute brevi invocazioni.

Esse servono ad esprimere il rapimento del cuore, le ali dell'amore con cui l'anima vola verso Dio.

L'uomo è grande nella misura in cui è grande il suo cuore.

Dio, che è amore, si rivela solo a coloro che lo amano.

 

Infine, come terzo aspetto, occorre che la preghiera abbracci anche ogni situazione e luogo anche in mezzo alle opere ed attività necessarie alla nostra vita.

Solo allora tutta l'esistenza diventa una grande preghiera.

Il Codice di Celestino esorta a pregare in maniera "da poter fare nel frattempo qualche cosa anche con le mani"; e altrove: "Non voler ricercare un luogo perchè tu stesso sei luogo e tempio. L'anima del credente è il vero tempio di Cristo".

Pregano senza posa coloro che sanno unire la preghiera alle opere che è necessario compiere e le opere alla preghiera.

La vita diventa così tutta una grande preghiera.

 

I suggerimenti che San Pietro Celestino propone nel Codice, sia pure in un contesto molto diverso, sono molto vicini a ciò che gli autori spirituali orientali chiamano "preghiera del cuore".

Chi la raggiunge prega poi ininterrottamente, senza stancarsi, con una grande pace.

 

Se tutto è accompagnato dalla preghiera, il cuore non potrà mai cessare di pregare.

Come il monaco afflitto dalla siccità, scopriremo che, nell'arsura, la preghiera è necessaria e, se essa è fatta nel cuore, trova accoglienza sempre.

Verrà infatti la pioggia benefica della Grazia e dell'amore di Dio e la contemplazione delle sue meraviglie si verificherà in ogni luogo e in ogni tempo per noi che, come quegli antichi monaci, siamo "sulla strada".