SAN PIETRO CELESTINO

LA PERDONANZA CELESTINIANA

SPIRITUALITA' CELESTINA

Il pontificato di San Pietro Celestino

Il pontificato di San Pietro Celestino fu breve.

Alcuni suoi atti, tuttavia, hanno avuto riverberi validi fino ai nostri giorni.

Dal punto di vista politici, accontentò Carli II d'Angiò ratificando il suo trattato con Giacomo II d'Aragona, in base al quale la Sicilia sarebbe stata riunita al regno angioino.

La pace sarebbe stata firmata solo successivamente da Bonifacio VIII.

Celestino riconfermò la costituzione sulle elezioni pontificie del 1274 emanata da Gregorio X al Concilio di Lione, abrogata in seguito da Adriano V e Giovanni XXI, contenente severi dettami disciplinari per i cardinali e sanzioni progressive per mettere fine alle travagliate vicende e lungaggini dei conclavi del tempo.

Il problema era stato inrealtà  profondamente sentito da Celestino e da tutta la chiesa ben prima delle influenze esercitate sul tema dal re Carlo II. 

Il Papa nominò 12 nuovi cardinali, 7 francesi e 5 italiani, fra cui due della sua stessa congregazione, riequilibrando in tal modo la provenienza dei membri del sacro collegio, fino ad allora dominato dall'egemonia e dalla volontà delle potentifamiglie romane.

Celestino concesse numerose esenzioni, dispense, privilegi, benefici, alcuni dei quali alla sua congregazione, che pose in seguito sotto la giurisdizione della Sede Apostolica.

In viaggio verso Napoli, per condurre in parte le trattative di pace con gli angioini, Celestino incorporò il celebre Monastero di Monatecassino nella sua congregazione, a causa della decadenza della vita monastica ivi condotta e nel desiderio di maggior radicalismo nella tradizione benedettina. Provvedimento, questo, che fu cancellato dal suo successore Bonifacio VIII.

Papa Celestino concesse ad alcuni francescani, riuniti intorno ad Angelo Clareno, di potersi staccare dall'ordine dei Frati Minori per vivere secondo la Regola ed il testamento di san francesco, nel rigore della radicale povertà, indossando l'abito grigio dei monaci morronesi.

Un mese dopo la propria consacrazione al pontificato, a ricordo dell'evento, Celestino emise una bolla in cui accordava l'indulgenza plenaria perpetua a tutti i fedeli che, confessati e penitenti, avessero visitato la Basilica di Santa Maria di Collemaggio dai primi vespri della vigilia fino a quelli della ricorrenza della decollazione di San Giovanni Battista (29 agosto).

Tale indulgenza, detta "Grande Perdonanza", tesa anche a sanare le turbolenze ed i dissidi fra le fazioni cittadine, fu il suo dono imperituro agli aquilani.