SAN PIETRO CELESTINO

LA PERDONANZA CELESTINIANA

SPIRITUALITA' CELESTINA

La Chiesa

La Chiesa di San Basilio è stata riaperta al culto l' 11 luglio 2022 , a 13 anni dal terremoto.

Dopo anni di peregrinazioni tra diverse collocazioni provvisorie adibite ad aula liturgica, per poter continuare a celebrare la Santa Messa.

 

Ad aula unica, con volta a capriate, la chiesa è un gioiello del Barocco settecentesco.
Spazio sacro che ben esprime l'armonia e l'equilibrio propri di una casa monastica.

Testimone silenzioso di ore ed ore di preghiera, in cui la scansione temporale è segnata dalla liturgia e dal salmodiare metodico delle monache.
Il fascino che emana dispone l'animo ad accogliere l'esperienza spirituale che si vive immergendosi nel monastero che racchiude, con i suoi tesori d'arte, secoli di storia ed eccellenti testimonianze storiche e religiose e, soprattutto, condividendo con le Monache Celestine la recita dell'Ufficio Divino.

La volta termina con una cupola ellittica che poggia su 4 archi e che copre la zona del presbiterio. È l'apice della bellezza dell'edificio, con la sua capacità di rapire lo sguardo del visitatore proiettandolo verso l'alto, portandolo a trascendere il proprio orizzonte e ad innalzare il proprio spirito.

 

Scrive la giornalista Angela Ciano riguardo alla cupola in suo intervento su “Il Foglio delle Celestine”:

 

«E’ proprio questo il gioiello più raro dell’edificio, perfetta nelle proporzioni; barocca ma senza le esagerazioni delle decorazioni proprie di questo stile.
La cupola della chiesa si nota solo arrivando al centro del presbiterio e copre la zona dell’altare con un andamento lento e armonioso nelle linee decorative a motivi floreali, con le modanature a segnare le partiture spaziali che contribuiscono ad incorniciare oculi, anche lobati, da cui affiorano dipinti di scene sacre.
Un profluvio di soggetti e di decorazioni che accompagnano la curvatura e la conclusione della volta verso un elegante e piccola lanterna che si chiude con la rappresentazione della colomba in volo simbolo dello Spirito Santo.
Un’immagine che porta lo sguardo e il pensiero del fedele o del semplice spettatore, a superare le barriere murarie per immaginare altri scenari.
Una struttura dall’apparente leggerezza su cui i restauratori sono intervenuti con le tecnologie più all’avanguardia per renderla più sicura e riportarla agli antichi splendori.
La cupola, infatti, è stata consolidata tramite interventi di inserimento di nastri in fibra d’acciaio e la realizzazione di strutture portanti in acciaio.
Poi si è passati alle mani sapienti dei restauratori che hanno riportato all’originaria bellezza le decorazioni: gli stucchi, i dipinti ma anche i tenui e chiaroscurali colori di fondo

 

E ancora:

 

«Negli altari laterali della navata, si rincorrono i dipinti con le immagini di tutte le figure legate alla storia del Monastero, come San Pietro Celestino e San Germano, morto in questo convento dove c’è ancora oggi il pozzo a lui intitolato con l’acqua sacra.
Ogni altare è espressione di eleganza e armonia nelle fini decorazioni a stucco, nei preziosi marmi policromi.
L’altare maggiore al termine dell’aula, proprio sul lato opposto dell’ingresso, è un’ elegante macchina sacra.
Imponente per dimensione con terminazione a timpano inserito in un’elegante lunetta dove spiccano, a fare da solenni guardiani, le statue di due angeli con le ali ancora spiegate; appena atterrati sugli spioventi della terminazione dell’altare.
Marmi preziosi e stucchi dorati, questo della doratura è una tecnica che si ritrova in tutta la chiesa, incorniciano la tela settecentesca dove un Gesù risorto è adorato dallo stesso San Basilio e da San Benedetto.
Così da unire in un unico racconto la storia del Monastero e della sua Chiesa.»

 

Si tratta della pala d'altare “Trinità. San Basilio e Santi” che predomina la scena della Chiesa.
Realizzata nel 1733, venne commissionata a Francesco De Mura, esponente di rilievo del Rococò italiano, per raccontare in un unico dipinto la realtà del Monastero.

 

 

Il Monastero, intitolato a San Basilio Magno, Padre della Chiesa, è abitato da Monache Benedettine Celestine, che osservano la Regola di San Benedetto e seguono la spiritualità di San Pietro Celetino.

 

Sotto la pala di Francesco De Mura, una grata in legno dorato che separa la chiesa da quelli che un tempo erano i locali dell'infermeria, da cui le monache inferme seguivano la Santa Messa.
Al lato destro del presbiterio, la doppia grata che separa la chiesa dal coro e da cui, prima degli anni Settanta, le Monache, partecipavano alle celebrazioni liturgiche dal coro, ricevevano la Santa Comunione.

 

Il presbiterio è separato dal resto dell'aula da una grata in ferro, che testimonia la clausura richiesta dalla Regola alla Comunità Monastica di San Basilio.

 

Altri punti di forza della chiesa sono i colori ravvivati (grazie all'utilizzo della foglia d'oro passata sulle pareti dorate) ed i giochi di luce che culminano sulla cupola, ottenuti grazie a faretti posizionati nell'anello della cupola stessa.